Padre Daniele Badiali
Daniele Badiali, figlio di Luigi e Giuseppina, nasce a Faenza il 3 marzo 1962; la sua è una numerosa famiglia di agricoltori che abita nella parrocchia di Ronco, nella campagna faentina.
Dopo aver frequentato le scuole medie ottiene il diploma presso l’Istituto Professionale per l’Agricoltura di Faenza.
Durante la giovinezza, oltre a sviluppare la propria passione per la musica e il canto (che lo porterà a scrivere varie canzoni), grazie all’arrivo del nuovo parroco don Antonio Samorì, Daniele ha la possibilità di entrare in contatto col volontariato tramite i campi estivi.
Nell’estate del 1977 partecipa al primo campo di lavoro per le missioni dell’operazione Mato Grosso, organizzato dall’omonimo movimento giovanile che nasceva dieci anni prima ad opera del salesiano p. Ugo De Censi , allora responsabile degli oratori della Lombardia e dell’Emilia. Parte così il primo gruppo di ragazzi, provenienti da varie parti d’Italia, per il Brasile.
Il movimento non è conosciuto a Faenza e la prima esperienza di lavoro è guidata da Giorgio Nonni, un ragazzo faentino, da poco tornato dalla missione di Campogrande, in Brasile, dove ha trascorso due anni e mezzo in un lebbrosario. Giorgio nel 1980 parte per il Perù con la decisione di studiare per diventare sacerdote, la sua scelta farà riflettere particolarmente Daniele che seguirà le orme dell’amico; anche lui, infatti, partirà per il Perù nel 1984 per un’esperienza di due anni, dopo aver effettuato il servizio civile presso la parrocchia di S. Giuseppe in Faenza.
In questo periodo egli desidera lasciarsi guidare da p. Ugo per verificare la sua vocazione.
Di ritorno dal Perù, dove era vissuto a stretto contatto coi più poveri e le loro necessità, Daniele, in accordo con il vescovo di Faenza Mons. Francesco Tarcisio Bertozzi, entra nel seminario di Bologna nel settembre 1986. Dopo aver completato il percorso di studi, il 30 dicembre 1990 riceve il diaconato e il 22 giugno 1991 viene ordinato presbitero a Faenza dallo stesso vescovo Bertozzi.
Così, nell’agosto dello stesso anno, p. Daniele parte per il Perù come sacerdote “fidei donum” della diocesi di Faenza-Modigliana per la diocesi di Huari ed il 1° settembre fa l’ingresso nella sua parrocchia di San Luis. Rientra in Italia, nel maggio del 1993, per alcuni mesi. Si cura per un‘epatite, riallaccia i rapporti con le persone e lavora con i ragazzi ai campi di lavoro, riparte nel dicembre.
I suoi ultimi anni di vita sono stati di intensa attività pastorale: il prendersi a cuore i bisogni, le sofferenze della povera gente diventa il modo concreto attraverso il quale poter far entrare nell’anima delle persone la sete di Dio.
P. Daniele, nel maggio 1996, rientra in Italia dopo aver ricevuto la notizia delle gravi condizioni di salute del suo vescovo, per il quale nutre grande ammirazione e stima. Non riesce ad incontrarlo vivo e di questo soffre molto. Rimane pochi giorni, solo il tempo per il funerale.
Ritornato in Perù, il 16 marzo 1997, dopo aver celebrato la messa domenicale a San Luis e a Pomallucay, si reca a Yauya, per la celebrazione serale. Sulla strada del ritorno, con altre sei persone a bordo della jeep, intorno alle 22, alcune pietre bloccano il passaggio. Compare un bandito armato che cerca un italiano in ostaggio. Rosamaria scende e P. Daniele subito si offre al suo posto. Ha già letto il biglietto consegnatogli dal bandito con la richiesta di riscatto. P. Daniele viene allontanato, mentre il bandito minaccia con due spari tutti gli altri passeggeri e incita l’autista della jeep a ripartire.
Il corpo di Daniele viene ritrovato il giorno 18 marzo in località Acorma, poco distante da San Luis, in una scarpata piena di pietre, avvolto in un telo di nylon azzurro, con le mani legate dietro la schiena, ucciso da un colpo di pistola alla nuca.
Il 24 marzo 1997, nel pomeriggio, avviene il rito funebre nella cattedrale di Faenza con la partecipazione di moltissima gente. La salma è tumulata presso il cimitero di Ronco di Faenza nella tomba di famiglia.
Nell’ottobre 2021 è giunta a Mons. Mario Toso, vescovo di Faenza – Modigliana, la comunicazione da parte della Congregazione delle Cause dei Santi dell’interruzione della causa di beatificazione di Padre Daniele, aperta in diocesi nel 2010.
Il prefetto della congregazione, il Cardinale Marcello Semeraro, ha tuttavia comunicato che la figura di Badiali presenta elementi positivi e lodevoli di vita sacerdotale, oltre che essere modello di vita cristiana e di testimonianza della carità.