Seminario vecchio
L’istituzione dei Seminari quali luoghi dove formare i futuri preti risale al Concilio di Trento (1545-1563).
A Faenza tale indicazione venne recepita dal Vescovo Giovanni Battista Sighicelli, che propugnò la costruzione di un Seminario diocesano fin dal 1565. Sarà però solo nel 1576 che, sotto l’episcopato di mons, Annibale Grassi, se ne inaugurerà la prima sede, collocata vicino all’orto dei Padri Serviti (in quella che allora era Via Baroncina). Nel 1592 il Seminario verrà trasferito negli edifici compresi tra la Cattedrale e il Palazzo vescovile. Questa sarà la casa dei seminaristi faentini per più di tre secoli.
Col trascorrere degli anni il Seminario ha acquisito sempre maggiore rilevanza nella vita della Diocesi, fino a diventare importante anche oltre i confini faentini. Nel XVIII e XIX secolo, infatti, è stato un polo centrale della cultura romagnola, in particolare per l’insegnamento della retorica. Tra i suoi alunni vi furono il poeta Vincenzo Monti e l’umanista Dionigi Strocchi.
Dopo periodi di difficoltà, tra cui ricordiamo quello coincidente con il processo di unificazione nazionale, si registra dal 1871 al 1917 un rinnovamento spirituale e culturale che si deve alle figure di mons. Paolo Taroni, direttore spirituale dal 1871 al 1902 e di mons. Francesco Lanzoni, rettore dal 1890 al 1917. Questi due sacerdoti hanno lasciato una profonda traccia nel clero diocesano del XX secolo.
In questo periodo il Seminario diventa un punto di riferimento nel panorama scolastico della città e dei dintorni, portando un contributo decisivo alla diffusione dell’istruzione media e superiore: molti ragazzi, provenienti da famiglie numerose o con limitate capacità economiche, hanno avuto la possibilità di una formazione culturale che altrimenti non avrebbero ricevuto.
In seguito alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale, le condizioni della zona su cui era costruito il Seminario, oltre all’aumentato numero di alunni, spinsero il Vescovo Giuseppe Battaglia a ricercare una sede più consona alle necessità di vita e di studio dei seminaristi. A seguito della celebrazione del Sinodo diocesano del 1948 e per la forte decisione di mons. Battaglia, nel 1949 verrà posta la prima pietra della nuova struttura, posta all’estremità di Viale Stradone.
Seminario vecchio
L’istituzione dei Seminari quali luoghi dove formare i futuri preti risale al Concilio di Trento. Anche il Seminario di Faenza, naturalmente, inaugurato nel 1576, nacque per rispondere ai dettami di questo importante concilio. Inizialmente fu il vescovo mons. Sighicelli nel 1565 a volerlo ma, a causa di difficoltà finanziarie, solo il suo successore, mons. Annibale Grassi, riuscì a inaugurare il Seminario faentino. La prima sede si trovava dietro l’orto dei Padri Serviti (in quella che al tempo era detta via Baroncina) poi, nel 1592, ci fu il passaggio negli edifici compresi tra la Cattedrale e il palazzo vescovile. Questa sarà la “casa” dei seminaristi per più di tre secoli.
Col trascorrere degli anni il Seminario ha acquisito sempre maggiore rilevanza nella vita della Diocesi, fino a diventare importante anche oltre i confini faentini. Nel XVIII e XIX secolo, infatti, il Seminario faentino è stato un importante polo della cultura romagnola, in particolare per l’insegnamento della retorica.
Dopo periodi di difficoltà, tra cui ricordiamo quello coincidente con il processo di unificazione nazionale, si registra dal 1871 al 1917 un rinnovamento spirituale e culturale che si deve alle figure di mons. Paolo Taroni, direttore spirituale dal 1871 al 1902 e di mons. Francesco Lanzoni, rettore dal 1890 al 1917. Questi due sacerdoti hanno lasciato una profonda traccia nel clero diocesano del XX secolo.
Nei primi decenni del XX secolo cambia la proposta formativa del Seminario; grazie ad essa diventa un punto di riferimento nel panorama scolastico della città e dintorni. Si deve al seminario un contributo alla diffusione dell’istruzione scolastica media e superiore: molti ragazzi, provenienti da famiglie numerose o con limitate capacità economiche, hanno avuto la possibilità di una formazione culturale che altrimenti non avrebbero ricevuto.
Anche a causa del conflitto mondiale appena terminato nel Sinodo diocesano del 1948 si prese atto delle condizione indecorose del Seminario. Di lì a poco, nel 1949, sarà posata la prima pietra del Seminario vescovile Pio XII.